Il Monte Bianco conquista l’animo di artisti e scrittori

8 giugno 2020

Un castello immerso nei ghiacci del Monte Bianco, è lo scenario in cui si svolge la storia narrata all’interno del romanzo di Danielle Trussoni “the Ancestor” pubblicato negli USA a inizio aprile di quest’anno dall’editore Harper Collins.

Deena So Oteh  -  with permission to use in this web pageDeena So Oteh - with permission to use in this web page

Ancora una volta il massiccio del Monte Bianco conquista l'animo di uno scrittore e ne rapisce l'immaginazione: “Ho sempre amato le montagne e ho sempre avuto l'impressione che siano in grado di offrire alla narrazione un'ambientazione che incute timore, un luogo perfetto quindi,  per una storia in cui una donna rimane intrappolata in una antica dimora di famiglia” racconta  Danielle Trussoni.

[…] il Monte Bianco. La vetta si profilava davanti a noi, mostruosa nelle sue dimensioni, così alta da sembrare puntellare il cielo. Il suo corpo largo e massiccio era marrone e goffo, un cumulo di argilla inciso da un coltello, tanti tagli e solchi ingioiellati dal ghiaccio.[1] 

Il Monte Bianco ha ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo della rappresentazione estetica dell'alta montagna che è dei giorni nostri. La nascita del turismo alpino nel XVIII secolo, ne è stato promotore attraverso diverse espressioni artistiche.

IN LETTERATURA

Il  massiccio del Monte Bianco, dalla fine del XVIII secolo con le narrazioni delle ascensioni del 1786 e del  1787 fino alla Seconda Guerra mondiale, appare in molte opere, talvolta come soggetto principale, talvolta come ambientazione di un romanzo o come oggetto di studi filosofici. 

Danielle Trussoni con il suo romanzo "The Ancestor" ripercorre il sentiero di tanti grandi autori che hanno  celebrato le vette del  Monte Bianco e i suoi ghiacci nelle proprie opere:

[…] In alto, molto più in alto, bucando il cielo infinito
Il Monte Bianco appare, saldo, nevoso, sereno,
e le forme sinistre dei monti suoi sudditi
ammassate intorno, ghiaccio e rocce; 
e nel mezzo, ampie vallate
di torrenti gelati, profondità insondabili
blu come il cielo incombente che si spande
soffiando tra cumuli di precipizi;[2] 

scrive nel suo famoso  poema “Mont Blanc” il poeta inglese Percy Bysshe Shelley

[…] Il mare, o piuttosto il largo fiume di ghiaccio, si snodava tra le montagne le cui cime aeree si libravano sopra le insenature. I loro picchi ghiacciati e scintillanti spendevano alla luce del sole al di sopra delle nuvole. I mio cuore, prima così triste, si gonfiava ora di qualcosa di simile alla gioia.[3]

Intense e totalizzanti sono le emozioni scaturite alla vista del ghiacciaio narrate nel “Frankenstein” di  Mary Wollstonecraft Shelley.

“Mi piace molto il  Frankenstein di Mary Shelley, nel romanzo  ci sono alcuni  passi ambientati nell'area del Monte Bianco”, racconta Danielle Trussoni, “e in qualche modo, attraverso “the Ancestor”  volevo  anche rendere omaggio a questa autrice”:

[...] Lessi Frankenstein molte volte quell'inverno, affascinata dal mostro torturato che si arrampicò attraverso le Alpi che si innalzavano fuori dalla mia finestra, una creatura tradita e disperata, un figlio ferito e assassino, una cosa che voleva l'amore ma che trovava solo morte e disperazione.[4]   

Nel maggio 2020 Fondazione Montagna Sicura ha intervistato l'autrice Danielle Trussoni  chiedendole qual è il suo rapporto con il Monte Bianco: “ ho visitato io stessa  tutta l'aerea attorno al Monte Bianco, nel mese di maggio 2018. Penso che sia stato essenziale per me essere fisicamente in presenza di un luogo così incredibile, per avere veramente la sensazione di quanto le montagne siano enormi rispetto a me, ma anche per capire la cultura della Valle d'Aosta e per comprendere come il mio personaggio avrebbe potuto vivere in modo autentico in quel luogo. “

In base alla descrizione, il Castello dei Montebianco sembra essere localizzato nella zona tra La Thuile, il Passo del Piccolo San Bernardo e la Val Veny,  abbiamo chiesto all'autrice Danielle Trussoni se fosse realmente quella la posizione: "Sì, è proprio da qualche parte nei dintorni di quella zona! Non ho voluto dare la localizzazione esatta, naturalmente, perché ho inventato quel paese. Avevo la necessità che fosse nascosto a sufficienza per dare alla protagonista del romanzo la sensazione di essere intrappolata lì dentro, in un luogo dove nessuno transita o si ferma. Ma avevo anche bisogno che fosse in qualche modo riconoscibile. Sono contenta che sia stato riconosciuto!" [5]

NELLE ARTI FIGURATIVE

Il Monte Bianco è stato determinante per lo sviluppo del concetto di estetica della montagna. Durante il romanticismo che rappresenta il periodo di maggior rilievo per la raffigurazione pittorica della sublime bellezza delle sue vette, si sono distinti con i loro approfonditi studi pittorici, artisti del calibro di  J.M. William Turner, Eugène Viollet-Le-Duc, Oskar Kokoschka e molti altri.

Dalla metà dell'Ottocento il Monte Bianco diventa uno dei soggetti più ritratti dai pionieri della fotografia di montagna. Tra il 1859 e il 1862, i fratelli Bisson documentano l'ascensione del Monte Bianco con delle immagini che hanno fatto la storia della fotografia.

Il 7 aprile 2020 il New York Times  pubblica una recensione al libro "the Ancestor" di Danielle Trussoni, in testa all'articolo appare un'alquanto enigmatica immagine disegnata da Deena So' Oteh , in cui un viso di donna si fonde con il Monte Bianco nelle cui profondità si erge il Castello di Saint-Pierre.

La giovane illustratrice, nata a Pietroburgo,  e residente a Brooklyn,  ci racconta di aver voluto esprimere l'articolazione della trama e il mistero di questo romanzo attraverso l'uso del nero intenso, di pennellate decise  e di una gamma di colori limitata. Il blu rappresenta la montagna e il rosso il DNA  come un filo che lega il presente della donna/montagna con un passato pieno di mistero  che nell'opera è rappresentato dal castello nascosto nelle viscere del Monte Bianco.


[1] Trussoni, Danielle. The Ancestor . William Morrow. Edizione del Kindle,  pos. 967-970

[2] Shelley, Opere, edizione presentata, tradotta e annotate da Francesco Rognoni, Torino, Einaudi-Gallimard, 1995, vv. 60-70, pag. 7

[3] MARY Shelley, Frankenstein ovvero, il Prometeo moderno; a cura di Piergiorgio Nicolazzini, Milano, Casa Editrice Nord, “i precursori”, 1994, capitolo VII, pag. 73

[4] Trussoni, Danielle. The Ancestor . William Morrow. Edizione del Kindle, pos. 3081-3082

[5] Fondazione Montagna Sicura – Intervista a Danielle Trussoni – Maggio 2020

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