Il Monte Bianco, uno scrigno di biodiversità

22 maggio 2021

Nella Giornata mondiale della biodiversità un focus su situazione e iniziative nell’Espace Mont Blanc.

La pernice bianca rischia l'estinzione a causa del cambiamento climatico

Scrigni di biodiversità, gli ambienti glaciali del Monte Bianco o le aree naturali della Val Ferret (italiana e svizzera) risentono degli effetti del surriscaldamento globale. Anche le specie animali simboliche dell' Espace Mont Blanc come l'aquila reale, la pernice bianca, il camoscio o lo stambecco si trovano sempre di più a fare i conti con la fragilità dei loro habitat. In questo contesto, sono diverse le iniziative promosse dall'Espace Mont-Blanc per definire e promuovere strategie di adattamento condivise volte a mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulle aree alpine e a formare dei professionisti della montagna affinché svolgano un ruolo di mediazione con il pubblico e aiutino a far comprendere il valore e la fragilità di questi ecosistemi e territori.

Nell'ambito del progetto di cooperazione transfrontaliera Interreg Alcotra Biodiv'ALP PROBIODIV, Fondazione Montagna sicura, in qualità di soggetto delegato della struttura Biodiversità, sostenibilità e aree naturali protette della Regione Autonoma Valle d'Aosta, ha promosso di recente il “Corso di formazione sui servizi ecosistemici nell'arco alpino” destinato ai liberi professionisti e ai dipendenti delle amministrazioni dell'area Alcotra. Il corso vuole valorizzare quanto realizzato grazie al progetto Spazio Alpino, AlpES, in particolare, la piattaforma multilingue di e-learning sui servizi ecosistemici alpeselearning.eu.

Sempre in relazione ai servizi ecosistemici definiti come "i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano", è prevista anche la redazione di un documento sullo stato dell'arte della loro applicazione nell'area del Monte Bianco. Nell'ottica di valorizzare la biodiversità a livello locale anche in relazione ai cambiamenti climatici, nel biennio 2021-2022, saranno promosse specifiche azioni formative in aula e sul campo dedicate ai professionisti della montagna.

Le temperature aumentano, l'innevamento si modifica e la siccità estiva è in crescita. È quindi fondamentale capire come le specie si adattano ad una trasformazione così rapida del loro ambiente. Flora e fauna sono osservate a delle altitudini via via più alte con un amento da 30 a 100 metri per decennio per gli animali e di circa 30 metri per le piante. Secondo gli studiosi, i cambiamenti saranno più significativi intorno ai 2000 metri, dove verrà modificata la distribuzione del 50 per cento degli uccelli e del 40 per cento delle piante (CH2014-Impacts, 2014).

Gli strumenti elaborati dall'Espace Mont Blanc offrono una visione di come il cambiamento climatico potrà influenzare il futuro. Nel Rapporto sul Clima realizzato nel 2019 grazie al lavoro svolto dall'équipe scientifica del progetto AdaPT Mont-Blanc è presentato un quadro degli scenari climatici attesi nell'area del Monte Bianco e dei relativi impatti sugli ambienti naturali e su settori socio-economici considerati prioritari con proiezioni al 2035, 2050 e 2085.

Inoltre, grazie ad un lavoro collaborativo e rigoroso di ricercatori provenienti dai più grandi laboratori di biodiversità, biogeografia e glaciologia delle Alpi francesi, svizzere e italiane e sotto il coordinamento del "Centre de Recherches sur les Ecosystèmes d'Altitude", il CREA di Chamonix, gli studiosi hanno analizzato per la prima volta l'evoluzione del clima e dei ghiacciai di un massiccio montano. Il risultato è il portale "L'Atlas du Mont-Blanc", in cui sono raccolti i risultati delle ricerche.

Il cambiamento climatico è due volte più rapido nelle Alpi che nella media dell'Emisfero Nord ed è ben visibile qui perché gli ecosistemi sono concentrati in uno spazio ridotto. Il massiccio del Monte Bianco è considerato, per questo motivo, un fantastico laboratorio per l'evoluzione degli ecosistemi di montagna di fronte al cambiamento climatico. In questi luoghi, così speciali, il clima varia di molto anche a piccole distanze e ciascuno di questi microclimi ospita un suo ecosistema con piante ed animali diversi. Il caso della pernice bianca è un esempio di come il surriscaldamento globale influenzi gli habitat. La sua capacità di mimetizzarsi al meglio con la sua muta si è sviluppata sulla base della presenza stagionale di neve. Secondo gli studiosi è molto probabile che la diminuzione dei periodi di neve sarà più rapida della capacità di adattamento di questa specie che potrebbe ritrovarsi fuori sincrono con il suo habitat e più vulnerabile quindi ai predatori. Un altro esempio è quello del camoscio: la crescita delle piante e la data di fioritura non sono più sincronizzate con quella della nascita dei giovani e le madri si trovano ad avere a disposizione risorse foraggere di minor qualità e latte più povero per lo sviluppo dei piccoli. In estate, invece, la siccità riduce le risorse disponibili per lo stambecco e le femmine non sono in condizioni fisiche ottimali per il periodo di allevamento e la gestazione.

A partire da questi studi e iniziative sono già state elaborate alcune linee guida per l'adattamento ai cambiamenti climatici in atto e alle loro conseguenze sugli habitat e sugli ecosistemi.

Come evidenziato nel Rapporto sul Clima con i cambiamenti climatici, la pressione sulle aree di montagna, oggi poco frequentate e utilizzate dall'uomo, potrebbe aumentare. Le sfide della gestione e della protezione della biodiversità si allargheranno verso altitudini più elevate.

La gestione e la delimitazione delle aree protette dovranno, quindi, adattarsi in funzione dell'evoluzione della distribuzione di specie e habitat. Grande importanza avranno i corridoi ecologici e le zone cuscinetto attorno alle aree protette che dovranno accompagnare l'evoluzione della distribuzione delle popolazioni animali e vegetali.

Come evidenziato nello studio, essenziale sarà la ricerca di un equilibrio tra la protezione delle aree di rifugio per specifiche specie alpine e la limitazione dell'arrivo di specie termofile (che vivono e si moltiplicano a temperature relativamente elevate) o invasive. L'impatto sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici dovrà, inoltre, essere preso in considerazione anche da parte delle istituzioni nelle decisioni di pianificazione territoriale e nella gestione dei flussi turistici.  

A livello internazionale molti passi sono già stati fatti. È del 1992 la Convenzione sulla biodiversità adottata a Rio dai leader mondiali per la salvaguardia della biodiversità sulla Terra. Il 20 maggio 2020 la Commissione europea ha adottato una proposta di strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030.

Anche come cittadini si può entrare in azione a tutela della biodiversità: Phenoclim è un programma scientifico ed educativo che invita il pubblico a misurare l'impatto del cambiamento climatico sulla fauna e la flora di montagna. Il programma di scienza partecipativa studia gli effetti del cambiamento climatico sui cicli stagionali di tredici piante di montagna.

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