Prendersi cura del Pianeta attraverso la protezione del suolo. Azioni e buone pratiche nell’Espace Mont-Blanc.

22 aprile 2021

Oggi in occasione della 51esima Giornata Mondiale della Terra, dal 1970 dedicata all'ambiente e alla salvaguardia del Pianeta, si ribadisce l’importanza di occuparsi anche della protezione del suolo.

Il territorio di Courmayeur dall'alto

Proteggere e salvaguardare la Terra significa anche occuparsi della protezione del suolo. Gli impatti sul suolo incidono, infatti, sulla biodiversità degli ecosistemi causando la perdita di funzioni essenziali e aumentandone la vulnerabilità. Il suolo non è solo la base fisica dei nostri insediamenti, ma è anche un serbatoio per l'acqua, è essenziale per l'agricoltura.  È la più grande riserva genetica del Pianeta. 

Il suo consumo è per la maggior parte causato dall'uomo con costruzioni che non hanno tenuto conto della molteplicità delle sue funzioni e che hanno reso sempre più difficile identificare delle aree libere ancora disponibili e a basso rischio idrogeologico. Molti degli edifici esistenti, inoltre, sono lontani dal rispondere ai parametri necessari per affrontare le ricadute del surriscaldamento globale. La stessa Unione Europea è sensibile al tema e ci chiede di prenderci cura del suolo azzerando il suo consumo entro il 2050

Le eccezioni virtuose esistono. Secondo i dati dell'edizione 2020 del Rapporto su consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la Valle d'Aosta è la prima regione italiana vicina all'obiettivo “consumo di suolo 0”.

Questo tema è emerso con forza anche nelle diverse fasi di AdaPT Mont-Blanc, il progetto europeo che ha permesso di mettere a disposizione degli amministratori locali e degli operatori diversi strumenti per costruire una strategia di adattamento dei territori dell'Espace Mont Blanc ai cambiamenti climatici in atto.

La protezione del territorio è, da sempre, uno dei capisaldi dell'azione dell'Espace Mont Blanc. L'iniziativa di cooperazione transfrontaliera è, infatti, impegnata nella protezione e valorizzazione di un territorio simbolo, dove l'eccezionale patrimonio naturale e ambientale coabita con attività economiche e turistiche di portata internazionale. 

All'interno della «Cassetta degli attrezzi – Boîte à outils» della pianificazione territoriale, l'utile e pratico strumento, nato attraverso un lavoro sinergico tra gli attori coinvolti, sono descritte una molteplicità di azioni da utilizzare per pianificare al meglio i progetti sui territori attraverso strategie di adattamento efficaci. 

Come possiamo, anche nell'Espace Mont-Blanc, contribuire a prenderci cura del Pianeta attraverso la protezione del suolo?

Spunti interessanti si trovano nei casi pilota e nei risultati degli studi effettuati all'interno del progetto e che incoraggiano interventi strutturali e energetici con l'utilizzo di soluzioni sostenibili che permettano di integrare gli edifici nel contesto ambientale. 

Il caso pilota incentrato sull'Urbanistica ed edilizia sostenibile nel Comune di Courmayeur ha messo in luce le opportunità di scelte a favore della limitazione dell'utilizzo del suolo e della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente con strategie che consentano di sviluppare una grande sostenibilità ambientale.

Per combattere il consumo del suolo causato dall'impermeabilizzazione in futuro bisognerà garantire la sua permeabilità, qualità e funzionalità per assicurare la disponibilità di acqua; limitare l'impatto dei nuovi insediamenti utilizzando tecniche e soluzioni rispettose; compensare rinnovando il tessuto esistente tramite la deimpermeabilizzazione di superfici già costruite.

Da un punto di vista tecnico, per combattere l'impermeabilizzazione del suolo, è importante, invece, aumentare la presenza degli spazi verdi nelle città, fare ricorso ad aiuole e bacini permeabili, promuovere l'utilizzo di materiali assorbenti dove possibile e necessario come sistemi erbosi rinforzati con ghiaia o erba, lastre di cemento permeabili con fossati di drenaggio o tramite la sola erba che permette di proteggere la superficie del suolo ed evitare la diffusione di polvere e la formazione di fango. Anche una pacciamatura a base di corteccia di alberi o di residui di legno può essere una buona soluzione insieme a ghiaia o ponti in legno o in plastica. A queste soluzioni si uniscono anche i bacini, pozzetti o trincee drenanti che permettono di regolare i volumi di acqua e il flusso ma anche di eliminare l'acqua piovana. 

Tra le Buone Pratiche adottate, la realizzazione di un giardino pluviale nella Città di Preganziol, in Veneto, promossa all'interno del progetto, si inserisce nell'ottica di una gestione sostenibile delle acque urbane. La realizzazione di un giardino fluviale consente, infatti, di intercettare, accumulare e purificare l'acqua piovana raccolta dalle superfici impermeabili, regolando il ciclo naturale dell'acqua e contribuendo al miglioramento del clima urbano e della vegetazione. 

Far fronte ad aspetti normativi (piani regolatori, regolamenti edilizi, norme volte a ridurre le dispersioni e i consumi di energia), uniformare aspetti tecnici e ambientali non è semplice ma trovare un equilibrio tra la necessità di ridurre l'impermeabilizzazione del suolo e l'impegno di molte realtà e contesti di investire per una riduzione del suo consumo, è possibile nel rispetto e nella salvaguardia del nostro Pianeta.

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