Grande interesse per il secondo Café Citoyen del progetto "Parcours d'interprétation"

7 luglio 2021

Cinquanta partecipanti al Café Citoyen "Il Monte Bianco, i suoi Ghiacciai e il loro valore culturale" del progetto Parcours d'interprétation du patrimoine naturel et culturel a Courmayeur.

Café Citoyen - Piter Parcours - 07.07.2021 - Courmayeur

Il valore culturale dei ghiacciai, l'audacia degli uomini della montagna, l'evoluzione della percezione delle Terre Alte, l'estetica del sublime ispirata dai Ghiacciai del Monte Bianco e raccontata attraverso le opere di grandi pittori, filosofi e scienziati. Attorno a questi temi si è svolto mercoledì 7 luglio 2021, alle 18.00, presso il Jardin de l'Ange di Courmayeur, il secondo Café Citoyen dal titolo "Il Monte Bianco, i suoi Ghiacciai e il loro valore culturale". Cinquanta persone hanno preso parte all'Incontro alla presenza di Alessia Di Addario, Assessore alla Cultura, Istruzione e Politiche sociali del Comune di Courmayeur, Riccardo Bieller, Presidente dell'Unité des Communes valdôtaines Valdigne-Mont-Blanc e Sindaco di Pré-Saint-Didier, Guido Giardini, Presidente di Fondazione Montagna sicura - Montagne sûre che ha organizzato l'incontro in collaborazione con i partner transfrontalieri, nell'ambito del progetto Parcours d'interprétation du patrimoine naturel et culturel, compreso nel PITER PARCOURS, finanziato dal Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia - Francia Alcotra 2014/2020.

Ha moderato l'Incontro, trasmesso anche in streaming, Jean Pierre Fosson, Segretario generale di Fondazione Montagna sicura - Montagne sûre che ha ricordato “l'unicità della Regione Valle d'Aosta con i suoi 175 ghiacciai con un'estensione di 20 chilometri che fanno parte della nostra cultura e della nostra comunità” e l'importanza del percorso transfrontaliero che permette di creare ponti tra i Paesi che hanno in comune il Monte Bianco.

L'antropologo Annibale Salsa ha ripercorso l'evoluzione della percezione dei ghiacciai dall'epoca medievale fino alle prime scalate del Monte Bianco alla fine del Settecento e la relativa nascita di un nuovo modo di percepire e quindi di rappresentare la montagna, da orrido a sublime con Kant e Baumgarten. L'antropologo ha fatto riferimento al concetto di paesaggio come costruzione sociale e alla distinzione tra montagna ideale e montagna reale. Lo studioso ha ricordato come la nascita delle comunità coincida con l'Optimum climatico medievale quando dopo l'anno Mille, la temperatura era aumentata fino a due gradi e anche le Terre Alte iniziano ad essere abitate stabilmente: a 2100 metri si coltivava il grano e nel Vallese i vitigni arrivavano fino a 2000 metri. “Interrogare la storia – ha detto Annibale Salsa- è fondamentale perché non dobbiamo pensare che tutto sia immobile e immutabile, anche il paesaggio è in trasformazione continua”.

Pietro Giglio, giornalista, documentarista, antropologo e guida alpina ha parlato dell'impegno che ha richiesto la montagna agli uomini per adattarsi a vivere sulle Terre Alte. Ha fatto riferimento agli audaci tentativi di sfruttamento delle miniere di ferro e di argento, spesso situate ad altitudini elevate e su terreni impervi come quella d'argento posta a 3.350 metri di quota al di sotto del Ghiacciaio del Miage nella Val Veny, in Valle d'Aosta, sullo sperone che sale alla Tête Carrée e considerata come la più alta miniera delle Alpi. Nell'Espace Mont- Blanc un'altra fonte di risorse per gli abitanti delle Alpi è l'allevamento. Pietro Giglio ha fatto riferimento al sito di Orgères a La Thuile, uno dei primi allevamenti di cui si hanno traccia probabilmente risalente al primo secolo dopo Cristo e al ruolo degli alpeggi quali testimonianza della fatica dei montanari per ottenere risorse. Ne costituisce un esempio l'alpeggio Tza de Tzan a 2.600 metri, nell'alta Valpelline, dove ancora nel 1948 i pastori portavano le vacche dopo aver attraversato per un'ora l'omonimo ghiacciaio, oggi scomparso nella lingua terminale. Il protagonista di quella storia è ancora vivente ed è la guida Felice Aguettaz che faceva la sua inarpa con venti mucche tra le più leggere della mandria per poter attraversare più facilmente il ghiacciaio. Il cristallier Franco Lucianaz ha raccontato, invece, la storica attività dei cercatori di cristalli, la difficoltà della ricerca ripagata dalla scoperta dei cristalli più brillanti delle Alpi.

Loredana Ponticelli, architetto e paesaggista, esperta in patrimonio naturale mondiale ha condotto il pubblico in un viaggio per immagini attraverso “l'idea della maestosità del Monte Bianco cui nessuno ha potuto rimanere indifferente”. Sono stati citati filosofi, pittori, scienziati e architetti che hanno aperto a questo immaginario della montagna come Konrad Witz che nel 1444 ha realizzato il primo quadro a tema religioso “La pesca miracolosa” dove appare sullo sfondo una scura montagna o le testimonianze delle prime spedizioni scientifiche di De Saussure dopo la prima scalata. Introdotto il concetto di vertigine nella scoperta della montagna e di sublime citando Edmund Burke, uno dei primi filosofi che parla di sublime applicato alla natura e Shelley che si interroga sulla capacità umana di interpretare le forme della natura e dell'universo: “Il Monte Bianco – ha detto Loredana Ponticelli - è un esempio di paesaggio sublime per eccellenza”. Tra i pittori William Turner voleva studiare il Monte Bianco e mettere in pratica una grammatica della montagna e delle forme. Ricordato lo storico dell'arte John Ruskin che ha passato molti anni a ripercorrere il percorso di Turner cercando di sistematizzarlo in una vertigine di conoscenza, un misto tra estetica e scienza.

La registrazione dell'evento è disponibile sul canale YouTube di Courmayeurmontblanc

Il progetto Parcours d'interprétation du patrimoine naturel et culturel fa parte del PITER "PARCOURS", la strategia di sviluppo condivisa dai tre versanti del Monte Bianco che intende fornire una risposta innovativa e leggibile al bisogno degli attori locali di riappropriarsi di un patrimonio naturale e culturale unico, valorizzandolo. Vuole mettere in rete i luoghi e gli attori dell'interpretazione del patrimonio naturale e culturale per promuovere un approccio concertato ed integrato alla loro valorizzazione nell'offerta turistica.

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